Un salotto buono nel nord Sardegna che diventa festa del popolo.

Appuntamento dal 20 al 22 maggio con una delle manifestazioni più attese nel panorama dei grandi eventi identitari della Sardegna, secondo in ordine temporale, dopo la Festa di Sant’Efisio, nel trittico di manifestazioni simbolo dei tre principali capoluoghi. Chiude ad agosto la Sagra del Redentore a Nuoro.

La Cavalcata Sarda nasce come omaggio ai reali: Re Umberto I e la Regina Margherita in visita a Sassari nel 1899 per l’inaugurazione, nella Piazza d’Italia, del monumento a Vittorio Emanuele II (opera di Giuseppe Sartorio). In quella occasione alla cavalcata parteciparono tremila persone, tutte provenienti dalla provincia di Sassari: negli ultimi anni solo il corteo della sfilata contava tremila persone, mentre nella due giorni gli spettatori arrivano a essere decine di migliaia.

Da allora la nobiltà dell’evento è mutata e rivive ogni anno nella fierezza dei popoli sardi che per due giorni animano le strade di Sassari esibendo i costumi tipici della tradizione di tutta l’Isola nella sfilata a cavallo e a piedi.

La magia che si crea in questi giorni emoziona ancora nonostante il passare degli anni. Per le strade risuonano musiche antiche dal fascino immutato, protagonisti e spettatori si mescolano in uno spettacolo che è come un museo vivente, fatto di donne, uomini e bambini con i costumi tradizionali, gonne e berritte che si tramandano da secoli.

I cantanti a tenore alternano il loro ritmo al calpestio dei cavalli. Zoccoli a ritmo di trotto che esplodono poi in ardite pariglie. Sfrecciano i cavalieri di Sedilo e i sartiglieri di Oristano, catturano sguardi e obiettivi fotografici, con le loro maschere intrise di mistero, religiosità e laicità, i Mamuthones di Mamoiada, Boes e Merdules di Ottana.

Una festa Antica, con Tradizioni di ogni città, paese della Sardegna… Tanti colori, Tante maschere, cavalli ma soprattutto l’unione di un intero popolo…